La congiunzione tra Giove e Saturno del 21 dicembre 2020 è l'occasione per riflettere sull'importanza delle congiunzioni planetarie nella Storia dell'Astronomia.
Per l'uomo antico e ancora per i post-illuministi le congiunzioni planetarie sono state le opportunità per convalidare le teorie planetarie in uso.
In Astronomia ciò che contava dei pianeti non era la loro Fisica, sconosciuta e anche di possibile natura differente dalla materia che abbiamo intorno, tanto che veniva chiamata quintessenza la natura delle sfere celesti che li trasportavano, quanto piuttosto il loro movimento e la possibilità di predirlo con grande anticipo.
Il Mondo Antico cercò di risolvere questo problema, e l'Almagesto di Tolomeo ne è la Grande Sintesi.
Tuttavia con il passare del tempo le osservazioni, che tornarono ad essere accurate insieme alla riflessione su di esse, misero in evidenza delle falle nel sistema tolemaico, delle necessità di piccoli aggiustamenti come la rotazione degli apsidi (che forniscono le date dei solstizi e degli equinozi), il diametro angolare del Sole... che non avrebbe potuto subire eclissi anulari, la reale posizione della Luna...
Nel 1563 Tycho Brahe nel seguire la congiunzione tra Giove e Saturno si rese conto che le migliori effemeridi disponibili sbagliavano di un intero mese. Decise di pensarci lui, e lo fece riformando letteralmente l'Astronomia. Tycho inventò nuovi strumenti, ma sopratutto creò il primo Istituto di Ricerca moderno con personale dedicato, tra i quali assunse anche Keplero.
I risultati dell'opera di Tycho sono le tre leggi di Keplero, ed un nuovo modo di fare Astronomia, in modo sistematico. L'invenzione del telescopio giunse proprio in quel momento, otto anni dopo la sua morte prematura, a potenziare questo processo.
Insieme al suo maestro Michele Maestlin, Keplero ventenne osservò la congiunzione-immersione di "Marte dentro Giove" che lui descrisse in una lettera. Il rosso di Marte entrare nel bianco di Giove.
Poi nella prima decade di ottobre 1604 vide Marte in congiunzione prima con Saturno e poi con Giove. Il giorno dopo esplose "lì sotto" la Stella Nuova nel Piede del Serpentario.
Oggi la conosciamo come la Supernova di Keplero, e restò visibile per quasi un anno. Dieci anni dopo nel "De Vero Anno" in cui Gesù Cristo nacque dalla Beata Vergine Maria (1614) riprese questo meccanismo per spiegare la natura della Stella di Betlemme.
Keplero aveva già collocato la nascita di Cristo al 6/7 a. C., poiché Erode il Grande era morto nel 4 a.C. subito dopo una Pasqua la cui Luna piena fu in eclissi (era il 23 marzo 4 a.C.), ed Erode aveva ordinato la strage degli Innocenti per i bambini dai due anni in giù.
Il dato di Erode e l'eclissi era scritto in Giuseppe Flavio, storico ebreo testimone della caduta di Gerusalemme del 70 d. C., che scrisse per gli Imperatori della dinastia Flavia.
Keplero poté cronodatare la nascita di Cristo grazie all'eclissi menzionata da Giuseppe Flavio.
Keplero calcolò anche che Giove e Saturno si erano congiunti 3 volte nel 6/7 a. C., ma sapeva benissimo che il termine "congiunzione" non significa "immersione" uno nell'altro, Giove davanti a Saturno..., ma soltanto che una delle due coordinate (Eclittiche) erano uguali, l'altra no. Questo vale anche per la Luna e si parla di Luna Nuova quando è in congiunzione col Sole, ma quasi mai abbiamo un'eclissi (quando entrambe le coordinate sono uguali per un certo luogo).
Keplero immaginò che la congiunzione aveva prodotto "QUALCOSA DI NUOVO" cioè una Stella Nova come quella che lui stesso aveva osservato nel 1604 da Praga.
La Stella di Betlemme era una Stella Nova, secondo Keplero, conseguenza della tripla congiunzione di Giove e Saturno.
La nascita di Gesù era avvenuta comunque "avanti Cristo" per la datazione inequivocabile della Pasqua con eclissi di Luna (congiunzione Luna-anti-Sole).
Questa è la storia dell'ipotesi di Keplero, ed è il motivo per cui noi vedendo questa congiunzione abbiamo solo una delle condizioni di quegli antichi astronomi.
Con esperti di Meccanica Celeste, Storia dell'Astronomia e Relatività Generale mostreremo come nel periodo post-Alessandrino la modernità della scienza era tale che l'osservazione di quella tripla congiunzione era un'occasione ghiottissima per rimettere a punto le "superne rote", e la Tavola di Sippar (10 a. C.) testimonia che la congiunzione era attesa.
Spiegheremo le congiunzioni planetarie che hanno fatto la storia dell'Astronomia: Giove-Saturno 6/7 a. C. 1604 , Urano-Nettuno 1821, Giove-Marte 1591 e 1604.
Parleremo della coincidenza con il Solstizio invernale.
Si tratterà anche il tema della caoticità delle soluzioni del sistema gravitazionale di N-corpi, che impedisce di avere soluzioni certe molto lontano nel tempo, e rende -di fatto- instabile il nostro sistema solare.
Il tutto per mettere chiarezza su un campo dove sono necessarie competenze storiche, astronomiche e fisiche insieme.
Costantino Sigismondi, 17 dicembre 2020
sigismondi@icra.it
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